STILE DI VITA PER LA PREVENZIONE DEI TUMORI CON LE RACCOMANDAZIONI WCRF (FONDO MONDIALE PER LA RICERCA SUL CANCRO)

Il carcinoma alla mammella è considerato il tumore invasivo più comune nelle donne in tutto il mondo. Esso rappresenta il 16% di tutti i tumori femminili e il 22,9% dei tumori invasivi nelle donne. per rendersi conto della gravità della patologia si è notato che il 18,2% dei decessi per cancro, inclusi maschi e femmine, sono a causa del carcinoma mammario. E’ un a patologia con incidenza maggiore nei paesi del Nord America e Nord Europa. Globalmente questa patologia è la prima causa di morte per tumore nelle donne ed inoltre, al di sotto dei 50 anni è la prima causa di morte in senso assoluto, mentre al di sopra di tale età è preceduto solo dalle malattie cardiovascolari.
Data l’importanza dell’incidenza di questa malattia il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha la missione di promuovere la prevenzione primaria dei tumori. Essi hanno concluso un’opera ciclopica di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto fra alimentazione e tumori sulla sezione di: tumori alla mammella, dell’ovaio e della cervice uterine.
Tramite queste ricerche hanno potuto creare le ” 10 raccomandazioni WCRF” che mostrano le conclusioni delle ricerche sui fattori che sono associati ad un maggior rischio di cancro.

Le 10 Raccomandazioni:
1) MANTENERSI SNELLI TUTTA LA VITA. Per conoscere se il proprio peso è in un intervallo accettabile è utile calcolare l’indice di massa corporea BMI (peso in kg/ altezza in metri elevata al quadrato); il valore risultante dovrebbe rimanere nell’intervallo del normopeso che oscilla tra i 18,5 e 24,9 secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

2) MANTENERSI FISICAMENTE ATTIVI TUTTI I GIORNI. Per questa raccomandazione è sufficiente un impegno fisico pari ad una camminata veloce per almeno mezz’ora al giorno; man mano che ci si sentirà più allenati sarà consono aumentare l’intensità. Anche piccoli accorgimenti durante la giornata sono importanti, come per esempio, usare le scale piuttosto dell’ascensore!

3) LIMITARE IL CONSUMO DI ALIMENTI AD ALTA DENSITA’ CALORICA ED EVITARE IL CONSUMO DI BEVANDE ZUCCHERATE. Sono solitamente ad alta densità calorica i cibi industrialmente raffinati, precotti e preconfezionati, che contengono elevate quantità di zucchero e grassi ( esempio i fast food). E’ importante capire la differenza tra limitare ed evitare. La prima si riferisce che occasionalmente è possibile mangiare un cibo molto grasso o zuccherato, la seconda invece, sostiene che è totalmente da evitare le bevande gassate e zuccherate.

4) BASARE LA PROPRIA ALIMENTAZIONE PREVALENTEMENTE SU CIBI DI PROVENIENZA VEGETALE, CON CEREALI NON INDUSTRIALMENTE RAFFINATI, LEGUMI IN OGNI PASTO E UN’AMPIA VARIETA’ DI VERDURE NON AMIDACEE E DI FRUTTA. Sommando verdure e frutta sono raccomandate almeno cinque porzioni al giorno.

5) LIMITARE IN CONSUMO DI CARNI ROSSE ED EVITARE IL CONSUMO DI CARNI CONSERVATE (come carni conservate si intendono: wurstel, carni in scatola e salumi).

6) LIMITARE IL CONSUMO DI BEVANDE ALCOLICHE. Non sono raccomandate, ma per chi ne consuma si raccomanda di limitarsi ad una quantità pari ad un bicchiere di vino al giorno per le donne e due per gli uomini e solamente durante i pasti.

7) LIMITARE IL CONSUMO DI SALE ( NON PIU’ DI 5 GRAMMI AL GIORNO) E DI CIBI CONSERVATI SOTTO SALE. EVITARE CIBI CONTAMINATI DA MUFFE (IN PARTICOLARE LEGUMI E CEREALI).

8) ASSICURARSI UN APPORTO SUFFICIENTE DI TUTTI I NUTRIENTI ESSENZIALI ATTRAVERSO IL CIBO (VARIETA’ IN TAVOLA).

9) ALLATTARE I BAMBINI AL SENO PER ALMENO 6 MESI.

10) NON FUMARE

Nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già ammalato.

Dottoressa Frosali Benedetta

TESI SULL’EFFETTO DELLA CHEMIOTERAPIA PER IL CARCINOMA ALLA MAMMELLA SUI RESPONSI RELATIVI ALLE ALTERAZIONI DI PERCEZIONE DEI GUSTI

Un vasto range (tra il 36% e il 71%) dei pazienti sottoposti a chemioterapia per carcinoma mammario, sono soggetti al sintomo di cambiamento qualitativo della percezione del gusto. Questo a causa della morte di cellule sia dell’apparato olfattivo sia per l’apparato gustativo ed una ipofunzione salivare.
Le alterazioni del gusto hanno come effetto il rischio di insorgenza di disordini alimentari come malnutrizione/cachessia e aumento di peso e, più in generale, un impatto sulla qualità della vita dei pazienti. Appare pertanto del tutto evidente che è importante avere degli specialisti sull’alimentazione nel trattamento delle pazienti e la necessità di disporre di strumenti facili da applicare per mettere in evidenza l’insorgenza del sintomo. Uno di questi strumenti è rappresentato dall’utilizzo di questionari da somministrare ai pazienti. Il “Chemioterapy Induced Taste Alteration Scale” definito CiTAS è stato proposto nell’aprile 2016 quale metodo per la valutazione di questo disturbo in Italia. Lo scopo di questa tesi è l’analisi dei responsi dei pazienti sottoposti a chemioterapia per carcinoma mammario acquisiti tramite il CiTAS al fine di valutare l’evoluzione dei responsi di alterazione dei gusti durante la terapia stimando al contempo le differenze individuali e l’effetto di fattori quali età e consumo di alcol.
I risultati delle analisi prese in considerazione nella tesi, mettono in evidenza che il problema della percezione del gusto durante le terapie chemioterapiche si manifestano in tempi brevi e c’è la totale scomparsa del sintomo in maniera graduale a 12 mesi dalle terapie. I responsi dei pazienti sono soggetti ad un’ampia variabilità a causa della difficoltà delle stesse ad esprimere e capire i diversi gusti e i diversi disturbi ad essi associati; l’unico fattore certo è il gusto del dolce e dell’amaro che sono i più percepiti oltre che al sapore cattivo in bocca. Questi cambiamenti comportano un’avversione alla carne rossa ed agli alimenti dolci. Purtroppo si evince un forte rapporto tra l’alterazione del gusto, qualità della vita e la perdita dell’appetito nei pazienti. L’influenza di diversi fattori quali il consumo di alcool e l’età sui responsi di alterazione del gusto, non è stata messa chiaramente in luce da questo studio. Rimane il dubbio se una sequenza maggiore a quella investigata di cicli di terapia può determinare l’emergenza di una differenza dei fattori presi in esame.
In conclusione, l’alterazione del gusto è un argomento ostico essendo un campo ancora poco studiato a causa della sua complessità e del suo carattere fortemente soggettivo. Per l’alta incidenza del problema a livello delle terapie chemioterapiche però, è importante che un’equipe di esperti svolga al meglio le loro competenze per rilevare il problema, per istruire il paziente e per cercare di migliorare la qualità della vita di quest’ultimi. Con questa tesi si è cercato di sensibilizzare e sottolineare l’importanza del lavoro di equipe multidisciplinare tra medici, infermieri, nutrizionisti e psicologi. L’importanza di un esperto nel campo della nutrizione è dato dal fatto che l’alterazione del gusto non ha un trattamento farmacologico per aiutarne la guarigione e per questo è ancora più importante avere certe accortezze per rendere il fastidio di alterazioni del gusto il meno disturbante possibile per il paziente. Il poter individuare in maniera sempre più specifica la percezione di un dato paziente in un preciso momento, può far sì che si possano creare dei menu sempre più appropriati ed in maniera rapida, tramite le informazioni raccolte con strumenti e questionari. Questo fa sì che si possano elaborare piani di assistenza dietetici e comportamentali personalizzati, in base al tipo di alterazione che si presenta nel paziente specifico. E’ importante la professionalità dell’esperto in nutrizione per l’elaborata e complessa programmazione alimentare, ma anche la conoscenza dei diversi sapori e odori degli alimenti. Tutto questo può fare la differenza sulla qualità di vita e su una possibile malnutrizione, che può incidere sull’effetto della terapia stessa e sul benessere del paziente.

Dottoressa Frosali Benedetta
(Tesi scientifica dell’ Ottobre 2016, presso il Corso di Laurea
Magistrale in Scienze dell’Alimentazione Umana a Firenze. Titolo:
effetto della chemioterapia per il carcinoma alla mammella sui responsi
relativi alle alterazioni di percezione dei gusti. Tesista: Carnovali Elisa)

POSIZIONE CORRETTA DEGLI ALIMENTI IN FRIGORIFERO

POSIZIONE CORRETTA DEGLI ALIMENTI IN FRIGORIFERO

Sembra un banale argomento, ma non tutti sanno che il frigorifero rispetto al freezer, non ha mai una temperatura costante su tutti i ripiani e da questo nasce l’importanza di come si immette la nostra spesa quotidiana all’interno di questo elettrodomestico di fondamentale importanza in ogni casa.

Si conosce che all’interno del frigorifero gli alimenti devono essere disposti in zone ben precise, in modo da consentire la giusta circolazione dell’aria e l’omogeneità della temperatura per evitare i fenomeni di contaminazione microbica o da miceti.

La temperatura corretta del frigorifero è di 4°C, il punto più freddo di solito è il ripiano più basso (sopra i cassetti per le verdure) con una temperatura di circa 2-3°C, mentre gli scompartimenti o le mensole all’interno della porta sono i più caldi, arrivando approssimativamente a 10°C.

E’ opportuno quindi, inserire nei cassetti in basso (ad una temperatura di 10°C) frutta e verdura, al fine di mantenere le caratteristiche organolettiche e nutrizionali ed evitare la contaminazione con gli altri alimenti a causa di insetti, residui di terra o altro.

Nella zona bassa, ossia il piano inferiore, è consigliato metterci la carne e il pesce crudo essendo il punto dove la temperatura è minima.

Verso i piani più alti, la temperatura comincia ad aumentare fino ad arrivare agli 8 °C. Qui è consigliabile mettere: alimenti già cotti ben sigillati, le uova, lo yogurt e i formaggi.

 

Nello sportello, le temperature sono ancora più elevate (si raggiungono i 13-15°C), qui è preferibile mettere quei alimenti che necessitano solo di una leggera refrigerazione come latte, burro e bibite.
È da prestare attenzione alle uova! Queste non si devono inserire nello sportello perché gli sbalzi termici tra il chiudere e riaprire il frigorifero, possono causare delle microfratture del guscio e se sulla sua superficie è presente la salmonella può contaminare l’uovo.

 

Dottoressa Frosali Benedetta

In collaborazione con Dottoressa Elisa Carnovali