Digitalizzato_20141011 (6)Digitalizzato_20141011 (4)I BAMBINI E L’ALIMENTAZIONE.

Quanti bambini conoscono davvero cosa vuol dire mangiare bene?

Quali mezzi abbiamo a disposizione per far apprendere loro questo concetto?

Il problema è solo cosa mangiare o anche quando, dove e soprattutto quanto?

In seguito allo studio ZOOM8, indagine condotta nel 2009/2010 all’interno del progetto “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni”, promosso dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, desideravo creare un libro gioco per approcciare i bambini al mondo dell’alimentazione e grazie alla collaborazione con la casa editrice Federighi Editori di Certaldo (fi) questo progetto ha preso vita.

 

Basi del Progetto

Più del 60% dei bambini in sovrappeso prima della pubertà, lo sarà anche durante l’età adulta. Ciò comporta un onere per il Servizio sanitario nazionale, in quanto l’obesità è un fattore predisponente per le patologie cronico-degenerative non trasmissibili e per l’aumento, quindi, del numero di accessi al SSN e di prestazioni sanitari e in età adulta.

Recenti indagini finalizzate ad approfondire le conoscenze sui comportamenti alimentari e gli stili di vita nei bambini della scuola materna e primaria in diverse regioni italiane, tra cui lo studio sopra citato, hanno mostrato che l’aderenza alle raccomandazioni internazionali dell’Organizzazione mondiale della sanità è, per la maggior parte, insufficiente, soprattutto per quanto riguarda la frequenza del consumo di ortaggi, frutta e legumi.(1)

 

Per uno stile di vita sano, però, è importante solo l’alimentazione?

 

Purtroppo no. Anche se negli ultimi tempi la percentuale di bambini che pratica attività fisica è in lieve aumento rispetto agli anni precedenti, rimangono alti i numeri che indicano trai i più piccoli il permanere di abitudini alimentari scorrette e di comportamenti sedentari. Questo è quanto emerso dall’ultima raccolta dati (condotta nel 2012 e riferita agli alunni della scuola primaria) di Okkio alla Salute, il sistema di sorveglianza promosso dal Ministero della Salute e dal CCM (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. (1) Questo è dovuto in parte all’ampia diffusione di forme di comunicazione e di intrattenimento quali internet, TV e videogiochi che, seppur rappresentando dei validi strumenti, dovrebbero essere utilizzati in modo equilibrato e corretto per non incorrere in problematiche quali disturbi della vista e della postura ma soprattutto ad un isolamento eccessivo del bambino chiudendolo in una visione individualistica e poco creativa. (2,3,4)

Per tutti questi motivi professionisti sanitari, nutrizionisti, educatori infantili e genitori ogni giorno sono alla ricerca del metodo giusto per far apprendere ai bambini i concetti base della buona nutrizione e l’importanza del movimento, il quale non è solo pratica sportiva, ma anche gioco, attività all’aria aperta, corsa e passeggiata.

La scelta di tali metodi non può ricadere solo sull’apprendimento scolastico o sull’istruzione in famiglia. Occorre, infatti, precisare che la società di oggi ha portato molte famiglie ad uno stile di vita sempre più frenetico con meno tempo per cucinare, stare insieme ai figli al momento dei pasti o portarli all’attività fisica. Per questo motivo se vogliamo stimolare i più piccoli a mangiare bene e muoversi, allora dobbiamo creare in loro la voglia di conoscere il mondo dell’alimentazione. Non è semplice, ma responsabilizzare i nostri figli vuol dire dar loro lo spazio, i mezzi e la fiducia di cui hanno bisogno per capire quando le loro scelte sono sbagliate. Un detto dice che l’imposizione lascia spazio agli alibi, mentre la responsabilizzazione educa; ecco da mamma, prima che da nutrizionista, cerco di creare in famiglia la consapevolezza delle proprie scelte alimentari giuste o sbagliate che siano. Questo perché ognuno ha la propria personalità in continuo cambiamento, ma ciò che invece dobbiamo cercare di mantenere immutato nel tempo è uno stile di vita sano. (2,5) 

Obbiettivo del progetto

Alla luce di quanto sopra esposto, la storia che ho scritto intende contribuire nell’ambito infantile alla promozione di uno stile di vita sano, mediante il libro-gioco “Chi ha paura di Colagrasso”, il quale attraverso la storia di personaggi immaginari allegri e divertenti ha il fine di:

  • Educare bambini di età fra i cinque e gli otto anni a mangiare bene.
  • Portarli a fare scelte giuste ed equilibrate attraverso giochi e percorsi, ad esempio, ricercando il pasto giusto.
  • Far capire loro che troppe privazioni non sono necessarie come racchiude la morale finale.
  • Stimolarli a stare all’aria aperta, fare sport di squadra o comunque dell’attività fisica, richiamando spesso la frase “giocare insieme” .

Il tutto facendoli divertire in linea con il motto mio e della Federighi Editori: “Imparare giocando!”

La storia essendo pensata proprio per i bambini sarà illustrata in maniera esplicativa e divertente con un linguaggio semplice e diretto. Lo scopo del progetto, infatti non è quello di annoiare i bambini con racconti lunghi e prolissi, ma stimolare la loro mente e le enormi potenzialità che offrono attraverso giochi, percorsi e colori.

Non esistono particolari protagonisti o antagonisti, ma l’immagine di due stili di vita diversi; uno composto da solo cibi e abitudini sane, mentre l’altro sedentario e pieno di grassi. Nell’arco di una giornata questi nemici- amici si sfideranno per imporre a tutto il villaggio, le loro abitudini, ma il finale racchiude una morale a sorpresa troppo spesso trascurata.

 

Conclusioni

Una dieta scorretta e non equilibrata rappresenta uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cronico-degenerative, quali disturbi cardiovascolari, tumori e diabete mellito di tipo 2. Per questo motivo è importante la prevenzione del sovrappeso e dell’obesità che va iniziata già in età pediatrica, attraverso una dieta bilanciata e uno stile di vita sano. (1) Inoltre secondo le Raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, al fine di migliorare le condizioni cardiorespiratorie, scheletriche e muscolari dei bambini occorre iniziare presto una pratica sportiva o almeno stimolare i nostri figli a muoversi. Infine una Metanalisi condotta nel 2011 in lingua inglese, esaminando la banca dati PubMed ed includendo un totale di 18.849 partecipanti di età compresa fra i 2 e i 19 anni, ha determinato l’effetto positivo della frequenza dei pasti sulla variazioni del peso corporeo nei bambini e negli adolescenti. (6)

Alla luce di quanto appena detto, Il libro-gioco “Chi ha paura di Colagrasso?”, quindi, ha lo scopo di promuovere non solo i “cibi buoni” e “cattivi”, ma uno stile di vita sano ed equilibrato rivolgendosi proprio a Loro, i bambini, patrimonio del nostro futuro.

 

Dr.ssa Frosali Benedetta

Biologa Nutrizionista

Specializzata in Scienze della Nutrizione Umana

 

Riferimenti Bibliografici

  1. http://www.salute.gov.it
  2. Griffhs MD (2002 The education benefits of videogames. Education and Health.
  3. Griffths MD (2003) Videogames: advice for parents and teachers. Education and Health
  4. Http://www.orosha.org/cergos
  5. www.ispesl.it
  6. http:// www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23569087.Eating Frequency and Overweight and Obesity in Children and Adolescents: A meta-analysis.